Nel panorama contemporaneo, dove piattaforme come TikTok, Instagram e X dominano, è facile dimenticare i precursori dei social media.
Oggi i social network sono tra le app più scaricate e utilizzate sui telefoni di milioni di utenti. Piattaforme come Facebook, Instagram e X sono così diffuse che potrebbero farci pensare che il mondo dei social network sia sempre stato così come lo conosciamo. La realtà, però, è molto diversa. Prima che questi giganti prendessero il sopravvento, c’era un ecosistema di social network molto più variegato, in cui gli sviluppatori sperimentavano con grande libertà questo nuovo concetto di “spazio di aggregazione digitale”.
Questi antenati dei moderni social media hanno giocato un ruolo cruciale nel modellare il modo in cui interagiamo online. Alcuni hanno introdotto concetti e funzionalità che sono ancora utilizzati, mentre altri sono semplicemente caduti nel dimenticatoio senza lasciare particolari tracce. La loro esistenza, in ogni caso, è la testimonianza di come un esperimento possa tramutarsi in un grande successo e, poco dopo, diventare un altrettanto grande fallimento.
Dalla fama al dimenticatoio: la parabola discendente dei primi social network
Cominciamo da quello che una volta era il gigante dei social network: MySpace. Questa piattaforma è stata una delle prime a raggiungere una notorietà mondiale ed è stato anche il sito web più visitato al mondo nel 2006. Con il suo approccio unico alla personalizzazione e alla musica, MySpace ha aperto la strada al concetto stesso di social media, prima di reinventarsi come una piattaforma per artisti emergenti.
In pochi lo ricorderanno, ma anche Google ha provato a lanciare un suo social network, come sfida a Facebook. Si chiamava Google Plus e si proponeva di rivoluzionare il modo in cui gli utenti interagivano con i motori di ricerca e i social media. Tuttavia, nonostante le sue innovative caratteristiche, non è riuscito a imporsi sulla scena. Google sperimentò anche con Google Wave e Google Buzz, che hanno poi sofferto per problemi di privacy prima di essere abbandonati.
Ben più successo fu invece raccolto da Vine, un vero e proprio pioniere del formato video breve. Questa piattaforma ha cambiato il modo in cui le persone condividevano e visualizzavano i video ma dopo pochi anni, sebbene fosse stata acquisita da Twitter, non è riuscita a mantenere la sua popolarità di fronte alla concorrenza. Un altro esperimento interessante fu invece quello di FriendFeed, uno dei primi aggregatori sociali a raggiungere la popolarità. Fondato da ex dipendenti di Google, raggiunse un discreto successo prima di essere acquisito e poi chiuso da Facebook nel 2015.
Anche Apple aveva provato a lanciare il suo social e lo aveva fatto sfruttando la popolarità del suo servizio di musica digitale. iTunes Ping era un social network basato sulla musica, ma nonostante un lancio promettente, non è riuscito a mantenere la sua presenza ed è stato chiuso nel 2012.
L’elenco prosegue poi con Yik Yak, un’app di messaggistica anonima, Friendster, uno dei primi social network popolari nel mercato asiatico, e DailyBooth, un social che si fece notare grazie al suo approccio al fotoblogging, anticipando piattaforme come Instagram prima di essere superato e chiuso nel 2012. E chiudiamo con Meerkat, una piattaforma di streaming video in diretta che ebbe un impatto significativo ma fu presto superata dai giganti come Facebook e Twitter, che hanno integrato funzionalità simili nelle loro piattaforme.