Robocop è sempre più vicino: l’Arma dei Carabinieri mostra un nuovo robot

Boston Dynamics ha fatto proseliti, Robocop s’avvicina: l’Arma dei Carabinieri mostra un nuovo robot, assegnato al Nucleo di Roma.

In principio fu Boston Dynamics, una società di ingegneria e robotica che scombussolò il mercato con Big Dog progettato per l’esercito statunitense, sfruttando il finanziamento del DARPA. L’azienda americana ha fatto scuola, grazie anche a DI-Guy, un software molto realistico per la simulazione umana.

Arriva un robot poliziotto per i Carabinieri italiani
Siamo sempre più vicini a RoboCop: l’Arma dei Carabinieri presenta il primo robot – screenshoot via Youtube – Computer-idea.it

Spot, questo il nome del cane robot, divenne ben presto un termine di paragone per immettere sul mercato dei robot in grado di aiutare la razza umana nei lavori più pesanti, anche se qualcuno tutt’ora teme che lo sviluppo della robotica potrebbe togliere posti di lavoro, sostituendo alla manovalanza umana.

Spot, il cui costo si aggira a circa 75 mila dollari, grazie ai suoi sensori super precisi, è in grado di fare lavori pericolosi per l’uomo, e tra le sue peculiarità ha perfino un controllo da remoto. Dotato di una protezione IP54 anche se non può supportare né spruzzi ad alta intensità né immersioni. Ebbene, ora anche l’Italia ha il suo Spot.

Salve, mi chiamo Saetta: l’Arma dei Carabinieri ha il suo piccolo Robocop

“Innovare vuol dire anche elevare gli standard di sicurezza per i militari impiegati nei contesti più rischiosi: l’Arma dei Carabinieri accoglie il cane robot “Saetta”. Il futuro diventa presente! Viene accolto così il robot quadrupede assegnato inizialmente al Nucleo Artificieri di Roma. Un nome, quello di Saetta, che prende spunto al simbolo presente sulle fiancate delle autovetture di pronto intervento dell’Arma dei Carabinieri.

L'Arma dei Carabinieri mostra un nuovo robot
Saetta, l’Arma dei Carabinieri ha il suo Spot – foto fonte: Twitter Arma dei Carabinieri – computer-idea.it

Saetta può essere controllato da un tablet a distanza (fino a 150 metri), si muove anche su terreni impervi e non percorribili dai normali veicoli ruotati o cingolati. È in grado di soddisfare rischiose attività di ricognizioni e di anti-sabotaggio, grazie in primis alle sue spiccate capacità di mobilità: può salire e scendere da rampe di scale in un amen, aprire autonomamente porte e anche rimuovere ostacoli, superandoli agevolmente.

Non solo: ha la capacità di mappare luoghi attraverso i suoi sistemi di rilevazione laser e termici, per disinnescare tracce di esplosivo o di agenti chimici e radiologici. Ci penserà il braccio robotico ad asportare ordigni. Sarà, assicurano dall’Arma dei Carabinieri, in grado di rifornire equipaggiamenti i militari impossibilitati a muoversi.

La mossa dell’Arma dei Carabinieri va inquadrata con il fine del 2025, quando Roma e l’Italia verrà invasa dai pellegrini per il Giubileo, anche se Saetta, per stessa ammissione dell’Armai dei Carabinieri non nasce per sostituire gli agenti o le unità cinofile ma con lo scopo di ridurre il pericolo e facilitare la gestione delle situazioni operative più ostili. Da Spot a Saetta, in fondo, il passo è breve.

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