Retroscena sulla vita di Steve Jobs, c’era una cosa che odiava fare più di tutte: era una furia

Scoperto uno dei più grandi crucci di Steve Jobs: diventava una furia se costretto a fare qualcosa che odiava dal profondo. Il retroscena.

Chissà come starebbe ora Apple se fosse vivo, qui tra noi. Chissà cosa sarebbe Apple con Steve Jobs alla guida, e senza nulla togliere a Tim Cook, l’erede designato. Non lo sapremo mai. Ma ora si è venuto a scoprire un qualcosa di più sul genio che ha dato vita al colosso di Cupertino.

Un incredibile retroscena su Steve Jobs
Steve Jobs, pregi e difetti da genio – computer-idea.it

Le due facce dello stesso Steve Jobs erano diametralmente opposti. Da libri e opere scritti sul genio dei geni l’hanno descritto come un grande pensatore, un autentico numero uno marketing. Viveva tra controcultura e computer, amava contornarsi di amici, ma guai a pestargli i piedi.

Un genio sì, ma anche un egocentrico, per qualcuno nevrotico, maleducato e vendicativo. Era tutto e il suo esatto contrario. La sua filosofia, figlia di un’Intelligenza che quella artificiale non potrà mai raggiungere era quella di rendere facile l’incomprensibile, l’importante era “Think Different”, uno dei suoi motti più iconici.

La Mission Impossible di fotografare Steve Jobs: incredibile quanto accaduto a Stoccolma

Ora si aggiunge un retroscena che non aiuterà a comprendere fino in fondo la figura di uno degli inventori-imprenditori più importanti della storia, ma che aggiunge un altro tassello per capire chi era realmente Steve Jobs, al di là della sua iconicità. Ci ha pensato un fotografico a rivelare un retroscena che un po’ fa sorridere, un po’ fa capire chi fosse Steve Jobs.

Steve Jobs, ciò odiava fare più di tutto
Tim Cook, attuale CEO di Apple, erede di Steve Jobs – foto fonte: ansa – computer-idea.it

Will Mosgrove è passato alla storia come il fotografo che ha creato una foto diventata icona: quella apparsa sul primissimo numero di Macworld, arcinota rivista specializzata, che ha appena festeggiato i suoi 40 anni fa. Gli era stata commissionata una Mission Impossible, doveva fare delle foto per un servizio fotografico su Steve Jobs, sapendo che era già famoso per non apprezzare molto i servizi fotografici.

Se c’era una cosa che gli dava fastidio era farsi fotografare, un qualcosa che odiava fare. Un paio di Polaroid veloci, una ventina di minuti concessi, non di più. Fu una delle rare volte che riuscì nell’impresa. In un’altra occasione andò malissimo.

Avevano organizzato tutto nei minimi particolari, Will Mosgrove a un certo punto doveva salire sull’elicottero che avrebbe portato lui e Steve Jobs in un meraviglioso castello di Stoccolma, con vista panoramica da urlo per una foto promozionale, commissionata da Apple peraltro, in un contesto storico in cui lui non era più il presidente.

Un sacco di grattacapi per organizzare quella foto. Sul più bello l’amara scoperta: Steve Jobs dopo aver organizzato tutto, quando doveva in pratica mettersi soltanto in posa, decise che non voleva nessuna foto. E non la fece, non ci fu nulla da fare: “Non voglio nessuna ca*** di foto“. Questo era Steve Jobs: un genio, top, nei suoi pregi e nei suoi difetti.

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