Rinfrancato dai super dati del 2023, Netflix sta lavorando a un nuovo enorme progetto. Di cosa si tratta e quali sono i piani.
Il 2024 di Netflix è iniziato con il sorriso sulle labbra. Tutto merito dei dati di fine 2023 che hanno permesso alla piattaforma in streaming californiana di riacquisire credibilità, ma soprattutto nuove iscrizioni. Che hanno archiviato l’annus horribilis identificabile nel 2022.
Ha davvero funzionato il piano messo in atto da Netflix riguardante della funzione di condivisione degli account a pagamento, numeri alla mano è stata una mossa super azzeccata: già nel secondo semestre si è sfiorata la clamorosa cifra di sei milioni di abbonamenti a pagamento in tutto il mondo. Niente a confronto di quanto accaduto nell’ultimo quadrimestre.
L’impressionante e ulteriore aumento ha permesso a Netflix di arrivare a 8,8 milioni da luglio a settembre, per incrementare la sua base di abbonati di 13,1 milioni, arrivando a circa 260 milioni. Una svolta proveniente nelle regioni Asia-Pacifico ed EMEA.
Netflix e l’Intelligenza Articificiale: una netta presa di posizione da parte della piattaforma californiana
Mentre la maggior parte dei Big Tech stanno investendo (oltre un miliardo solo Apple) sull’Intelligenza Artificiale generativa, Netflix va in contro tendenza ed esprime preoccupazione per il suo sviluppo, affermando nell’ultimo report ufficiale che potrebbe avere un impatto negativo sulle sue operazioni e sulla capacità di competere. Un warning, dunque. Monito abbastanza chiaro: l’uso dell’intelligenza artificiale generativa da parte dei concorrenti potrebbe dare loro un vantaggio e comportare rivendicazioni sulla proprietà intellettuale.
La disponibilità della protezione del copyright per il materiale generato dall’intelligenza artificiale, sempre secondo Netflix è incerta. L’esempio fatto sarebbe stato l’AI generativa utilizzata nella produzione del film “Tutto ovunque, tutto in una volta“. Tali tecnologie secondo il colosso delle OTT potrebbe danneggiarla, e non poco, soprattutto ora che è stata conquistata una cifra record per gli utenti che hanno scelto Netflix tra le piattaforme in streaming.
Da qui un report accurato e dettagliato depositato presso la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, l’organo federale statunitense di vigilanza dei mercati di borsa, l’equivalente della nostra Consob, tanto per intenderci. Inoltre, sempre nel report denominato 10K Netflix lamenta che l’uso o l’adozione di tecnologie nuove ed emergenti può aumentare l’esposizione alle rivendicazioni sulla proprietà intellettuale.
Quindi la disponibilità del diritto d’autore e di altre protezioni della proprietà intellettuale per il materiale generato dall’intelligenza artificiale, al momento incerto. Secondo un recente report del Wall Street Journal gli strumenti di AI attualmente possono suggerire trame e dialoghi; lo stesso ChatGPT può anche scrivere uno script di base, se gli vengono date le giuste istruzioni. E questo a Netflix non può stare bene, per questo si è rivolta alla Consob americana.