Nel 1983 saremmo stati tutti definiti dipendenti dal PC: il documentario invecchiato male che oggi fa ridere

Un importante documento che dimostra come l’accettazione sociale della tecnologia sia totalmente cambiata rispetto a 40 anni fa.

Nella nostra società digitale, la presenza della tecnologia in ogni momento della giornata è ormai considerata una norma. Smartphone, tablet e laptop sono anzi indispensabili nella quotidianità di molte persone. Dal controllo incessante delle email al tempo libero trascorso sui social media o con i videogiochi, è difficile immaginare una giornata senza interagire con un PC o andare su internet.

Documentario sui vecchi PC
L’antico documentario BBC ci definirebbe tutti dipendenti dal PC – Computer-idea.it

Nel 1983, la BBC pubblicò un servizio che esplorava un fenomeno nuovo e preoccupante per l’epoca: la dipendenza da computer. Questo documentario, oggi disponibile negli archivi del network, offre uno spaccato illuminante su come la percezione della tecnologia sia radicalmente cambiata nel corso degli anni.

Guardando questo reportage con gli occhi del presente, ci rendiamo conto di quanto il mondo e la nostra comprensione della tecnologia siano evoluti, rendendo il documentario una testimonianza preziosa di un’epoca che sembra vicina ma che è al tempo stesso così diversa dalla nostra.

Un documentario che dimostra ancora una volta come cambia la nostra prospettiva

Il servizio della BBC del 1983, intitolato “Meet the computer addicts“, esplorava quello che all’epoca veniva considerato un comportamento anomalo: l’uso eccessivo del computer. Il report descriveva individui che trascorrevano su questi dispositivi intere ore del loro tempo libero, affascinati dalle prime piattaforme di home computing come il Commodore.

le persone sono dipendenti dalla tecnologia
La percezione sociale della tecnologia è cambiata radicalmente dal 1983: comportamenti un tempo visti come eccessivi sono oggi la norma – computer-idea.it

Questi soggetti venivano considerati affetti da una vera e propria dipendenza ed erano spesso ritratti in modo umoristico, caricature di una sotto-cultura emergente che trovava più gioia nell’interazione virtuale che in quella reale.

Tra i protagonisti del documentario c’era Chris Carter, un responsabile operativo nel reparto informatico di un ufficio comunale, che veniva mostrato mentre utilizzava il computer non solo per scopi lavorativi, ma anche come passatempo nel tempo libero.

La moglie di Chris commentava su come il computer sottraesse tempo alla loro relazione, dando voce a un conflitto tra il mondo digitale e quello reale che oggi potrebbe sembrare decisamente familiare a molti. Fa sorridere vedere casi come quello di Graham Hawker, un imprenditore che, nonostante una giornata ideale per attività all’aperto, preferiva rimanere al chiuso per giocare all’ultimo videogioco.

Secondo la voce narrante, era semplicemente assurdo che Graham avesse scelto di ignorare il bel tempo per passare del tempo in un mondo virtuale, cercando di salvare una principessa rapita da un mago. Oggi, questa stessa considerazione sembra inconcepibile e milioni di persone passano le giornate in casa con smartphone e videogiochi.

Ciò che il documentario etichettava come comportamenti estremi ora rappresenta, in molti casi, la routine quotidiana di una vasta parte della popolazione globale. Il report della BBC del 1983 funge da promemoria di come la nostra visione del mondo possa cambiare totalmente nel giro di poco tempo, sotto l’influenza del costante progresso della nostra società.

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