Quando la domanda di invalidità viene negata, ci sono due strade percorribili: scopri quale opzione conviene seguire.
Ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile non è sempre un processo facile da portare a termine. Nonostante la gravità delle patologie, può succedere che la commissione medica dell’INPS rigetti la domanda, negando così i benefici.
Però bisogna dire che quando l’invalidità viene negata, il cittadino ha a disposizione due procedure per ribaltare l’esito e ottenere comunque l’assegno: il ricorso giudiziario e la presentazione di una nuova domanda tramite la procedura di aggravamento. Scopri entrambe le opzioni e i loro vantaggi e svantaggi.
Quando si ha diritto all’invalidità civile? Tutto quello che devi sapere
L’invalidità civile viene riconosciuta quando una persona, a causa di patologie congenite o acquisite, subisce una riduzione significativa della capacità lavorativa. Le condizioni per ottenere il riconoscimento dell’invalidità sono le seguenti:
- Riduzione della capacità lavorativa: superiore a un terzo per soggetti in età lavorativa (18-67 anni);
- Difficoltà persistente negli atti della vita quotidiana: per minorenni e anziani ultra-sessantasettenni.
Il processo di riconoscimento dell’invalidità viene valutato da una commissione medica dell’INPS, ma a fronte di un esito negativo è possibile intraprendere due strade per ottenere il beneficio:
1. Ricorso giudiziario: entro sei mesi dalla ricezione del verbale, questa procedura richiede l’assistenza di un avvocato, in quanto non è consentito agire senza il supporto legale.
Vantaggi:
- Il giudice affida la valutazione delle condizioni di salute ad un medico legale imparziale, noto come CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio), che può confermare o ribaltare il giudizio della commissione;
- È possibile richiedere gli arretrati nel caso in cui il medico legale confermi che la condizione di invalidità esisteva già al momento della prima domanda.
Svantaggi:
- Il ricorso comporta dei costi legati alla parcella dell’avvocato e, in caso di esito sfavorevole, alle eventuali spese processuali;
- Il procedimento può richiedere tempo, prolungando l’attesa per una decisione finale.
2. Domanda di aggravamento: in alternativa al ricorso, è possibile cercare di dimostrare un peggioramento delle proprie condizioni di salute rispetto alla precedente visita. Questa procedura richiede almeno sei mesi dall’ultima valutazione, e la domanda va inviata tramite i servizi telematici dell’INPS o con l’assistenza di un patronato.
Vantaggi:
- La procedura è gratuita e non comporta costi legali;
- Può essere una soluzione più rapida nel caso in cui si verifichi un peggioramento delle condizioni di salute.
Svantaggi:
- La decisione viene nuovamente affidata alla stessa commissione medica, il che potrebbe portare a un ulteriore rifiuto se non vi sono evidenti peggioramenti;
- Non è possibile presentare questa domanda in maniera tempestiva, poiché bisogna attendere almeno sei mesi.
Entrambe le strade permettono di ottenere il giusto riconoscimento dei propri diritti, e vanno valutate attentamente in base alle proprie circostanze.