Dietrofront Google: la decisione aveva fatto infuriare gli utenti

Il dietrofront di Google sulle riparazioni degli smartphone Pixel ha scatenato l’ira degli utenti, mettendo in discussione la loro fiducia.

Alla vigilia del tanto atteso debutto italiano del Google Pixel 8a, un’ondata di cambiamenti ha sconvolto la scena, portando con sé una tale controversia da costringere il gigante di Mountain View a fare un rapido dietrofront. Ma cosa ha scatenato questa tempesta nell’oceano della tecnologia?

Il dietrofront di Google provoca la rabbia degli utenti
La repentina inversione di politica di Google suscita l’ira degli utenti (credit Ansa)-computer-idea.it

In una mossa che ha lasciato molti sbigottiti, Google ha modificato radicalmente la sua politica sulle riparazioni degli smartphone Pixel, scatenando le ire dei suoi fedeli fan. L’azienda pare aver iniziato a rifiutare le riparazioni per quei dispositivi che presentavano componenti non autorizzate, installate da terze parti.

Ma la parte più inquietante? Google avrebbe potuto trattenere i dispositivi inviati per la riparazione se avessero avuto parti non originali, negando ai legittimi proprietari il ritorno dei loro amati gadget. Questa politica ha scatenato una vera e propria rivolta nella comunità del “Diritto alla Riparazione”, con critici provenienti da ogni angolo del mondo digitale.

Inversione di rotta di Google

La mossa ha colpito particolarmente perché Google, in passato, era stata una sostenitrice dichiarata della riparabilità fai-da-te tramite collaborazioni con iFixit. Ma ora sembrava aver voltato le spalle ai suoi stessi principi. Fortunatamente, la voce alta della comunità ha fatto eco nelle stanze di Mountain View.

Indignazione degli utenti: il dietrofront di Google
L’ira degli utenti per il cambio di rotta di Google sulla politica di riparazione credit Ansa)-computer-idea.it

In risposta alla pressione, Google ha deciso di riconsiderare la sua posizione. In un comunicato rilasciato ad Android Authority giorni fa, l’azienda ha promesso cambiamenti. Oggi, finalmente, questi cambiamenti sono diventati realtà.

La nuova politica, appena introdotta, offre un respiro di sollievo. Google potrebbe ancora rifiutare di riparare dispositivi con parti non originali, ma ora restituirà comunque i dispositivi ai loro legittimi proprietari. Solo in casi in cui vi sia un reale rischio per la sicurezza dell’utente, l’azienda terrà il dispositivo e contatterà direttamente il cliente per decidere insieme il da farsi.

Inoltre, c’è un’altra novità degna di nota: Google potrebbe ora anche considerare la riparazione di dispositivi con parti non originali, un cambiamento significativo rispetto alla politica precedente che non lo contemplava affatto. Questa è una vittoria per la comunità degli appassionati di tecnologia e per il principio del “Diritto alla Riparazione”. Dimostra che quando la voce del popolo si fa sentire, anche i giganti devono piegarsi.

Gestione cookie