Agenzia delle Entrate, attenzione se ti arriva questo messaggio: ecco che devi fare

Un nuovo sms a nome Agenzia delle Entrate mette in pericolo i contribuenti: ecco cosa devi fare se ti arriva.

Si segnalano nuovi tentativi di truffa per i contribuenti, in questo caso è stata l’Agenzia delle Entrate a rivelare il contenuto dell’esca creata dai criminali informatici. Una richiesta che se accettata porta il conto ad essere svuotato nel giro di pochissimi minuti.

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Non rispondere a questo sms dell’Agenzia delle Entrate – (Computer-Idea.it)

Le truffe online ormai sono una realtà da considerare per evitare che dati sensibili e risparmi finiscano nelle mani sbagliate. I tentativi degli hacker si fanno sempre più difficili di intercettare e per tale ragione i vari enti stanno aumentando la loro comunicazione affinché si possa ridurre il rischio. Questa volta l’Agenzia delle Entrate ha segnalato l’arrivo di email phishing con richieste di soldi.

Le segnalazioni da parte del Fisco italiano sono all’ordine del giorno e sempre più dettagliate. Nell’ultimo caso i criminali informatici cercano di fare leva sulla confusione ancora presente inerente alla tassazione delle criptovalute. Entriamo nel dettaglio per conoscere questo nuovo tentativo di truffa e come evitarlo.

Richieste imposte a nome dell’Agenzia delle Entrate: come evitare la truffa

È fondamentale fare attenzione alle email con richieste di versamenti che sembrano essere a nome dell’Agenzia delle Entrate. Nella comunicazione è presente un dettaglio da non sottovalutare che può portare le persone all’errore: riguarda l’indirizzo di posta elettronica.

L’indirizzo di posta elettronica da cui sembra provenire il messaggio è simile a quello usato realmente dall’AdE: agenziaentratepec@pce.agenziaentrate.it. Questo elemento naturalmente può portare il contribuente a pensare che la comunicazione sia assolutamente affidabile e lecita.

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Nuova truffa con richieste di imposte a nome AdE – (Computer-Idea.it)

Un’altra caratteristica che si potrebbe riscontrare in questo tipo di messaggi è un importo elevato. Oltre alla grande cifra, i cyberpirati cercano di mettere fretta al contribuente andando a chiedere un pagamento anticipato dell’80%. Inoltre, spesso si utilizzano termini come “costretti”, parola non utilizzata dall’Agenzia delle Entrate, oppure stato con la minuscola che rendono chiara l’idea di come la comunicazione non arrivi dall’ente italiano.

La truffa poi diventa evidente nel momento in cui si parla di prelievo di Crypto perché semplici da nascondere e non rientrano nel circuito bancario. La comunicazione non è sottoscritta da un funzionario ma solo firmata dall’Ade, che naturalmente disconosce la paternità di questi messaggi e invita i contribuenti a procedere alla segnalazione.

Nel caso di comunicazioni non chiare è consigliato non cliccare sui link e non fornire dati personali e bancari. Per evitare di commettere qualche errore è fondamentale controllare i contenuti, in particolare il logo che spesso viene contraffatto. La forma scritta deve risultare senza errori grossolani, con un italiano che deve essere formale.

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