Assegno di Inclusione, i pagamenti sono lenti: motivo e decisione del Ministero

Assegno di Inclusione (ADI), che cosa sta succedendo ai pagamenti per alcuni nuclei familiari beneficiari. Le cause dei rallentamenti.

L’Assegno di Inclusione (ADI) rappresenta per alcuni beneficiari la misura che prende il posto, almeno parzialmente, del Reddito di Cittadinanza. Ciò nonostante preveda una procedura di assegnazione e dei requisiti diversi. I soggetti destinatari sono le famiglie in condizioni di disagio sociale ed economico con componenti anziani oltre i 59 anni, minori e disabili.

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Beneficiari ADI, pagamenti in ritardo – computer-idea.it

Inoltre la prestazione spetta, se nel nucleo familiare vi sono persone in condizioni di esclusione e svantaggio sociale,  inserite in programmi di cura e recupero dei servizi pubblici socio – sanitari, attestati dalla pubblica amministrazione. Si tratta di soggetti con disturbi mentali, disabilità fisiche o psichiche, vittime di violenza, ex detenuti, soggetti con dipendenze patologiche, senza dimora e via di seguito.

Assegno di Inclusione, i motivi dei rallentamenti

I soggetti in condizione di svantaggio inseriti in programmi pubblici di recupero devono dichiarare il possesso della certificazione relativa, nel momento della presentazione della domanda per l’Assegno di Inclusione. Il compito di verificare l’autenticità della dichiarazione presentata spetta poi all’amministrazione che ha rilasciato il certificato originale.

Ministero Lavoro sollecita conferme da parte ASL
Pagamenti ADI rallentati, i motivi – computer-idea.it

I tempi per questa procedura sono abbastanza lunghi, 60 giorni dalla notifica inviata dall’INPS all’Ente che ha adottato il provvedimento. Per velocizzare le procedure di pagamento dell’ADI, l’Istituto ha introdotto un meccanismo di silenzio assenso. Infatti se entro questo tempo l’amministrazione competente non avrà risposto alla notifica INPS, quest’ultimo accoglierà la richiesta di Assegno di Inclusione, fermo restando l’obbligo dei requisiti.

Tuttavia tale meccanismo sta rallentando i pagamenti, invece di accelerare le procedure. Come riscontrato dall’INPS l’invio massiccio di domande ai Comuni, in ritardo rispetto alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD) ha causato dei problemi nelle convocazioni delle famiglie beneficiarie da parte dei servizi sociali.

I ritardi nelle convocazioni, comportato quindi la sospensione dei pagamenti se non avvenute entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD. I mancati appuntamenti dei servizi sociali sono dovuti al ritardo con cui le strutture sanitarie (o le amministrazioni) confermano le condizioni di svantaggio dei richiedenti l’ADI all’INPS.

Infatti in casi simili, non ci sono le convocazioni dei servizi sociali comunali che attendono le comunicazioni dell’INPS. Di conseguenza non vengono attivati i percorsi di attivazione personalizzati (Patto di servizio personalizzato) e i pagamenti non vengono erogati.

Il ministero del Lavoro per velocizzare le procedure ha quindi sollecitato gli uffici competenti per accelerare le operazioni di conferma dello stato di svantaggio e quindi rendere più celere l’erogazione del beneficio. A tal fine per le domande presentate entro il 29 febbraio 2024, la decorrenza dei 120 giorni partirà non più dalla sottoscrizione del PAD, ma dall’invio delle notifiche INPS ai servizi sociali comunali.

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